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IN PARTENZA PRESSO L’ASSOCIAZIONE HOMINES NOVI IL CORSO DI CENTRALINISTA TELEFONICO NON VEDENTE

A TARANTO IL CORSO DI CENTRALINISTA TELEFONICO NON VEDENTE

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Con A.D. n. 536 del 08.11.2022 è stato approvato il percorso formativo professionale a Taranto per il conseguimento della qualifica di operatore/operatrice per la gestione delle attività di centralino (centralinista telefonico non vedente).

Come posso diventare centralinista telefonico a Taranto? Quali sono i requisiti?

I destinatari delle azioni finanziate devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • essere non vedenti o ipovedenti così come stabilito dall’art. 1 comma 2 della L. n. 113/1985;
  • essere residenti o domiciliati in un Comune della Regione Puglia;
  • essere in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado ovvero di titolo inferiore con il compimento del 21 anno d’età.

Hai una disabilità visiva e vuoi trovare lavoro o un corso di formazione professionale?

L’Associazione Homines Novi ha avuto finanziato questo percorso formativo nella provincia di Taranto, al fine di far conseguire una qualifica professionale di operatore/operatrice per la gestione delle attività di centralino (centralinista telefonico non vedente) a chi è affetto da disabilità visiva. In questo modo sarà loro offerta una reale opportunità di lavoro, consentendo anche alle aziende e ai datori di lavoro di contare su professionisti qualificati, formati secondo gli standard del Repertorio delle Figure Professionali.

Quali sono le mansioni del centralinista telefonico non vedente o ipovedente?

Il centralinista telefonico non vedente o ipovedente si occupa dell’accoglienza telefonica dell’utente, di gestire un centralino telefonico e utilizza database sia in termini di consultazione sia di immissione dati, attraverso sistemi di scrittura e lettura tattile a rilievo.

La formazionedelle fasce deboli è in linea con Agenda per il Lavoro 2021-2027

Agenda per il Lavoro 2021-2027 è la risposta della Regione Puglia ad un nuovo modo di interpretare le politiche attive e passive per il lavoro e la formazione professionale, tramite una costruzione dei bandi e degli interventi pubblici regionali condivisi orizzontalmente con il territorio e le imprese. Il fine resta quello di accrescere i tassi di occupazione, assicurare lavoro di qualità e nuove competenze, combattendo le discriminazioni e migliorando l’inclusione lavorativa delle fasce deboli della popolazione, come appunto le persone affette da disabilità visiva.

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